Tassi mutui, andamento e previsioni Euribor per i mutui a tasso variabile e previsioni Eurirs per i mutui a tasso fisso.
Come saranno i tassi dei mutui nei prossimi anni? e Quanto saliranno i tassi dei mutui? sono due domande molto comuni tra i consumatori, soprattutto da quando è ripresa l'inflazione e la BCE ha alzato i tassi di interesse dopo anni di politica monetaria espansiva con costo del denaro a zero: il 2 febbraio 2023 ha annunciato il quinto rialzo del costo del denaro e anche un sesto per marzo.
Le più aggiornate previsioni su Euribor e Eurirs indicano per il 2023 aumenti che porteranno fino al 4% il taeg dei mutui a tasso variabile e al 3,50% il taeg dei mutui a tasso fisso, rialzi degli interessi in corso da inizio 2022. In questa fase di mercato si riduce la differenza tra mutui a tasso variabile e mutui a tasso fisso, con questi ultimi che risultano più convenienti e i cui tassi iniziano già a rallentare perché "prevedono" lo stop alla politica monetaria restrittiva della BCE nella seconda parte dell'anno.
Tuttavia gli aumenti sulla rata del mutuo continueranno a pesare, soprattutto per i mutui a tasso variabile: con il rialzo dei tassi di interesse di febbraio, secondo l'Unione Nazionale Consumatori ci sarà un ulteriore aggravio di 36 euro di media, per un totale di 432 euro all'anno da sommare a quelli dovuti ai precedenti aumenti.
Aumento tasso BCE: gli effetti sui mutui del costo del denaro
A causa dell'inflazione la BCE ha aumentato il costo del denaro con ben cinque rialzi dal mese di luglio 2022, l'ultimo quello annunciato il 2 febbraio 2023 di altri 50 punti base che ha portato il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale (il costo del denaro) al 3,00% e i tassi di rifinanziamento marginale e sui depositi rispettivamente al 3,25% e 2,50%. Inoltre è già stato annunciato il sesto rialzo, che avverrà a marzo
Le previsioni sul costo del denaro dei mesi scorsi sono dunque state rispettate, perché indicavano che già nella prima parte del 2023 la BCE avrebbe alzato il tasso principale al 3,00% / 3,50%: i tassi dei mutui continueranno a salire, con un aggravio medio di 1600 euro annui (stime sui rincari 2023 in generale).
Tra gli effetti dell'aumento del costo del denaro e dei tassi BCE c'è l'immediato aumento dei tassi di interesse dei mutui a tasso fisso e variabile, frenato nellestate 2022 dalle prospettive di un rallentamento dell'economia europea e mondiale ma ripreso sensibilmente con i rialzi dei tassi di interesse di settembre, ottobre e dicembre.
Con il rialzo dei tassi BCE di febbraio gli effetti sugli interessi dei mutui saranno minori, soprattutto per i mutui a tasso fisso perché l'indice IRS è un indice legato al mercato finanziario dei Titoli di Stato e dunque si muove in anticipo prevedendo lo stop agli aumenti del costo del denaro che dovrebbe esserci nella seconda parte del 2023.
La situazione è comunque molto fluida e di difficile lettura a causa anche della guerra in Ucraina e per gli analisti fare previsioni sui tassi dei mutui oggi è molto complicato, quanto meno nel medio-lungo periodo. Ma ormai è chiaro che gli interessi dei mutui aumenteranno ancora e saranno "sacrificati" per contenere l'inflazione su altri fronti.
Di certo c'è che per chi ha in corso un mutuo a tasso variabile l'aumento dei tassi BCE di luglio 2022 ha comportato mediamente un aggravio della rata di 80 euro al mese, quasi 500 euro l'anno a partire da gennaio, mentre il livello medio dei nuovi mutui a tasso fisso è salito quasi al 3%, quando nel 2021 si era arrivati a un minimo di 1,51%.
Con l'aumento del costo del denaro di settembre gli effetti sui mutui sono stati ancora più evidenti, visto che si è trattato di un rialzo dei tassi di ben 75 punti-base: le simulazioni delle più aggiornate previsioni sui tassi dei mutui indicano un aumento della rata fino a 50 euro per un mutuo variabile da 140.000 euro con durata trentennale (da sommare a quello precedente dovuto al rialzo del tasso BCE di luglio).
Le stime dell'Osservatorio Nazionale Federconsumatori dopo il rialzo di ottobre, anch'esso di 75 punti-base, indicano un aumento medio della rata dei mutui a tasso variabile pari a 59,45 euro al mese nell'arco di nove mesi, per un totale 713,38 euro annui di media: la rata del mutuo a tasso variabile è pari a circa 1,7 volte il valore di dicembre 2021.
Considerati tutti gli aumento dei tassi BCE del 2022, quindi compreso quello di dicembre, secondo le analisi un mutuo a tasso fisso stipulato a fine 2022 ha una rata mediamente più alta del 28% rispetto a un mutuo fisso stipulato a dicembre 2021.
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Aumenti delle rate dei mutui di nuova stipula, mutuo variabile Euribor 3 mesi e fisso Eurirs 30 anni, spread 1,50%, importo 150mila euro (fonte: Corriere della Sera, dicembre 2022) |
Con il rialzo dei tassi di febbraio 2023 si vanno ad aggiungere altri 33 / 43 euro al mese, calcolati su un mutuo di 140mila euro per un immobile dal valore di 200mila euro (mutuo medio nazionale), per un totale di altri 396 / 516 euro all'anno.
Previsioni Eurirs mutui a tasso fisso
Il tasso Eurirs, o IRS, in tutte le sue versioni ha iniziato ad aumentare sensibilmente dal secondo trimestre 2022, tornando ai livelli di 8 anni fa e di fatto chiudendo la fase della super convenienza dei mutui a tasso fisso.
L'andamento dell'Eurirs è influenzato dai tassi di interesse del mercato obbligazionario europeo e il fatto che segni rialzi notevoli è riflesso della situazione economico-finanziaria, segnata dall'inflazione che ha costretto la Banca Centrale Europea ad alzare il costo del denaro, portandolo dallo 0,0% degli ultimi anni a 0,50% a luglio, poi a 1,25% a settembre, al 2% a fine ottobre, al 2,50% il 14 dicembre, al 3,00% il 2 febbraio 2023. I mercati si sono mossi come sempre in anticipo e gli aumenti degli interessi delle obbligazioni ma anche dei mutui sono iniziati prima.
Contemporaneamente all'aumento del tasso di interesse principale, la BCE ha portato il tasso sui depositi da -0,50% a 2,00% con i quattro aumenti di luglio, settembre, ottobre e dicembre, e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale da 0,25% a 2,50%, chiudendo dopo un decennio l'era dei tassi di interesse a zero.
Pure la guerra in Ucraina, le altre tensioni internazionali e il timore di una possibile (ennesima) recessione mondiale contribuiscono ad aumentare i timori dei mercati. Anche la Fed Usa sta seguendo la stessa politica monetaria della BCE, per gli stessi motivi.
In particolare l'IRS 20 anni è passato dall'1,10% medio di marzo al 2,58% del 21 giugno: nello stesso mese del 2021 era circa a 0,50%, nel giugno 2020 era a 0,06%. Invece l'IRS 10 anni e l'IRS 30 anni a giugno 2022 hanno toccato un massimo rispettivamente di 2,56% e 2,33%.
Il trend di crescita dell'IRS si era momentaneamente arrestato tra luglio e agosto a causa delle scarse stime sulla crescita mondiale, ma con i nuovi aumenti dei tassi BCE di settembre, ottobre e dicembre ci sono stati nuovi rialzi anche dell'IRS, seppur con un rallentamento dovuto alle stime sulla crescita dell'inflazione 2023 leggermente inferiori. La discesa dell'Eurirs è continuata a gennaio perché anticipa l'inversione di rotta della BCE e una nuova politica monetaria espansiva (riduzione del costo del denaro) a partire dal primo trimestre del 2024.
Infatti se in data 2 gennaio 2023 l'IRS a 10 anni era a 3,10% (in ribasso rispetto al 3,17% del 4 novembre), l'IRS a 20 anni a 2,83% (in ribasso rispetto al 2,99% del 4 novembre), l'IRS a 30 anni a 2,42% (in ribasso rispetto al 2,60% del 4 novembre), in data 2 febbraio l'IRS a 10 anni è a 2,67%, l'IRS a 20 anni è a 2,54% e l''IRSA a 30 anni è a 2,23%.
Con l'aumento del costo del denaro previsto per marzo è probabile che i mutui a tasso fisso diventeranno più convenienti dei mutui a tasso variabile.
Le previsioni sull'Eurirs per i prossimi anni sono comunque incerte, perché i fattori che lo influenzano sono contrastanti: le aspettative di un rallentamento della crescita del PIL e i timori di recessione nell'Area Euro hanno contribuito alla decrescita dell'IRS tra giugno e luglio 2022. Ma rimane il problema dell'inflazione, che secondo gli analisti dovrebbe mollare la presa a partire dalla seconda parte del 2023.
La BCE alza i tassi di interesse per contrastare l'aumento dei prezzi al consumo, dovuto al rialzo dei prezzi delle materie prime a causa della guerra e alla ripresa post-Covid, ma in caso di crisi economica generalizzata la politica monetaria non può essere troppo restrittiva, anzi dovrebbe tornare ad essere espansiva, come si prevede che tornerà ad essere nella seconda parte dll'anno. Comunque per ora si mantiene la via della stretta monetaria.
Finché la BCE teneva il costo del denaro intorno a 0,50% / 0,75% la politica monetaria era una via di mezzo e le previsioni sui mutui a tasso fisso indicavano livelli intorno al 2%, massimo 2,50% per le varie versioni dell'IRS, ma con i nuovi aumenti dei tassi BCE le cose sono cambiate.
Con una politica monetaria restrittiva, perché con il costo del denaro al 3% e ulteriori rialzi già annunciati non ci sono dubbi che sia così data la situazione economica internazionale, le previsioni sui tassi dei mutui aggiornate indicano una media dei taeg dei mutui a tasso fisso intorno al 3,50% (il taeg è la somma dell'Eurirs, dello spread bancario e delle spese accessorie del mutuo e rappresenta il costo effettivo totale del finanziamento) per il 2023.
NB - Ovviamente chi ha un mutuo a tasso fisso in corso non deve preoccuparsi perché non subisce alcun aumento in quanto gli interessi sono fissati al momento della stipula, gli aumenti sono relativi ai mutui nuovi. E ai mutui a tasso variabile già in corso, che hanno interessi che salgono e scendono a seconda del mercato.
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Andamento Euribor e previsioni mutui a tasso variabile
Anche il tasso Euribor in tutte le sue versioni è in risalita, dopo anni in cui si era mantenuto in territorio negativo: nello specifico, in data 29 luglio 2022 l'Euribor 3 mesi era a 0,23%, l'Euribor 6 mesi a 0,65% e l'Euribor 12 mesi a 0,92% e solo l'Euribor 1 mese restava sottozero, ma la risalita era ormai iniziata e infatti a settembre, dopo il secondo aumento del costo del denaro, quotava a 0,38%, mentre le versioni a 3 mesi, 6 mesi e 12 mesi dell'Euribor erano rispettivamente a quota 0,81%, 1,36% e 1,91%.
Dopo il terzo e quarto aumento del costo del denaro i rialzi dell'Euribor si sono fatti ancora più marcati, e a differenza dell'Eurirs senza neanche un calo a dicembre. Con l'aumento del costo del denaro di febbraio l'Euribor è salito ancora: gli effetti dei rialzi dei tassi della BCE sono più marcati che sull'Eurirs perché l'Euribor è un parametro determinato dal tasso di interesse medio applicato ai prestiti interbancari, che ovviamente seguono il costo del denaro deciso dalla Banca Centrale Europea.
Infatti al 2 gennaio 2023 si era già a 1,88% per l'Euribor 1 mese (il 4 novembre era a 1,39%), mentre l'Euribor 3 mesi quotava a 2,16% (il 4 novembre era a 1,73%) e l'Euribor 6 mesi a 2,73% (il 4 novembre era a 2,27%), infine per l'Euribor 12 mesi era a 3,31% (il 4 novembre 2,79%). Già al 3 febbraio, dopo l'annuncio del quinto rialzo dei tassi BCE, l'Euribor 1 mese è al 2,26%, l'Euribor 3 mesi a 2,54%, l'Euribor 6 mesi a 3,03% e l'Euribor 12 mesi a 3,44%.
Previsioni Euribor 2023: a metà dello scorso anno si prevedeva un taeg dei mutui a tasso variabile intorno al 2,20% per l'inizio del 2023, ma queste indicazioni non sono più valide alla luce dei rialzi dei tassi BCE e il conseguente immediato effetto sui tassi dei mutui variabili, arrivati già a una media del 3,20% a inizio gennaio.
Le previsioni sui tassi dei mutui più aggiornate indicano un livello medio dell'Euribor 3 mesi a circa 2,70% nel primo trimestre 2023. Sono stime senz'altro realistiche, considerato che a metà 2022 si ipotizzava un livello medio intorno all'1,40% per fine anno e invece si è arrivati oltre il 2%. Nel corso del 2023 il taeg dei mutui a tasso variabile potrebbe superare il 4%.
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Un'analisi condotta da mutuisupermarket.it per conto di Repubblica dopo l'aumento del costo del denaro effettuato dalla BCE in ottobre mostra quanto può impattare un rialzo 75 punti base su un mutuo da 140.000 euro, cioè in linea con la media nazionale: ipotizzando un tasso variabile parametrato all'Euribor 3 mesi più uno spread dell'1%, l'aumento dei tassi dello 0,75% porta a un aumento della rata mensile tra 45 e 50 euro, a seconda della durata del rimborso, da 15 a 30 anni. Si tratta di aumenti da aggiungere a quelli già avvenuti nei precedenti mesi, dopo il primo rialzo del costo del denaro deciso dalla BCE a luglio.
Ovviamente nel corso di tutto l'ammortamento gli interessi e dunque la rata di un mutuo a tasso variabile possono aumentare e diminuire molte volte, a seconda delle condizioni macroeconomiche generali.
Gli interessi dei mutui a tasso variabile sono più direttamente influenzati dal costo del denaro, o tasso BCE, perché l'Euribor è determinato in buona misura dalla media dei tassi di interesse che le principali banche europee applicano al denaro che si prestano tra loro: se la Banca Centrale Europea alza il costo del denaro che immette nel sistema finanziario, automaticamente le banche sono costrette a farlo di conseguenza.
Dunque anche le previsioni per i mutui a tasso variabile dipendono da come andrà l'economia europea nei prossimi mesi e dalle mosse della BCE, stretta tra i due fuochi dell'inflazione e della crisi economica, in quadro internazionale molto difficile per svariati motivi.